In ogni cucina che si rispetti c’è almeno, in bella vista o riposto in qualche anta, uno strumento atto a sminuzzare i cibi.
Un frullatore, un mixer, una planetaria, un tritatutto o una centrifuga non possono certo mancare laddove si cucina.
Prendiamo qui in esame due strumenti in particolare: frullatore e tritatutto.
Quanto sono simili? In cosa si differenziano? Sono intercambiabili? E soprattutto: quale scegliere tra i due?
Vediamo dunque le caratteristiche dell’uno e dell’altro, le differenze e i possibili utilizzi di frullatore e tritatutto.
Il frullatore, strumento antico e versatile
Il primo brevetto del frullatore risale al 1933. Si tratta di un elettrodomestico estremamente diffuso nei Paesi Occidentali sin dagli anni Cinquanta, figlio del boom economico e assunto tra i simboli – assieme alla lavatrice – della figura della casalinga “moderna”, che si serve di dispositivi elettrici per facilitare il proprio lavoro in casa.
Il funzionamento di questo elettrodomestico è particolarmente semplice: si inseriscono gli ingredienti da frullare all’interno del contenitore (generalmente trasparente) e si aziona il motore. Questo, che di solito è dotato di almeno tre velocità, aziona una lama metallica a forma di croce che – girando a velocità assai elevate – tritura i cibi nel contenitore.
Il frullatore dunque mescola gli ingredienti, e li emulsiona in presenza di grassi. È indicato perciò per creme di verdura e legumi, per triturare la frutta a guscio…e ovviamente per i frullati!
In base al modello, sarà possibile utilizzarlo anche per altri scopi: molti frullatori di ultima generazione hanno una funzione trita-ghiaccio, mentre altri possono addirittura essere usati per impastare prodotti a base di farine.
Le differenze essenziali tra un frullatore e l’altro dipendono in massima parte dal motore, che può essere CC, ovvero a corrente continua, oppure AC, a corrente alternata.
I motori CC sono molto suscettibili al surriscaldamento, nonchè generalmente meno potenti di quelli AC: un frullatore CC di media qualità non è indicato per lavorazioni lunghe come l’impasto e non ha sufficiente potenza per sminuzzare tutti i tipi di cibo.
I motori AC, presenti in quasi tutti gli strumenti professionali, non temono il surriscaldamento e – a parità di potenza – consumano molta meno energia di quelli a corrente continua.
Si può quindi pensare ad uno strumento più potente, senza preoccuparsi di consumi eccessivi, motivo per cui molti frullatori a corrente alternata presentano le funzioni di cui sopra, tanto da essere paragonabili a strumenti più specifici quali mixer e robot tritatutto.
Il tritatutto
Il tritatutto ha una storia molto più recente del frullatore: viene commercializzato in Europa ancora dopo I primi mixer multifunzione, a partire dagli anni 90, con la diffusione internazionale dei prodotti dell’azienda francese Moulinex.
I tritatutto nascono per tritare la carne cruda, cosa che con un frullatore di media potenza non è possibile. A differenza di quanto accade nei frullatori, il motore di un tritatutto è posto sulla parte superiore, in modo da consentire di operare una leggera pressione con le mani nel momento in cui si inizia a triturare il cibo all’interno del contenitore. Questo, generalmente, è piccolino e di forma cilindrica.
Viene utilizzato in particolare, oltre che per trattare la carne, per preparare pesti di verdure crude e grattugiare cibi secchi, come pane, formaggio stagionato, biscotti e caffè.
Il risultato del tritatutto dipende essenzialmente dalla quantità di acqua presente nei cibi: più gli alimenti che vi inseriamo ne sono ricchi, più il risultato sarà simile ad una vellutata.
Per esempio, con un tritatutto è possibile ottenere del pane grattato tanto quanto delle creme di frutta o delle splendide tartare di carne o pesce.
Quasi tutti i produttori di tritatutto, inoltre, forniscono tra gli accessori una sorta di lama alternativa detta “a farfalla”, che non sminuzza gli alimenti ma li monta.
Per un pesto genovese perfetto, ad esempio, bisognerà utilizzarle insieme: prima le lame per triturare le componenti secche, dopodichè – una volta aggiunto l’olio di oliva – quella a farfalla per emulsionare il pesto.
Le differenze
Una volta indicate caratteristiche e funzionalità di frullatore e tritatutto, passiamo ad analizzarne le differenze.
- Le dimensioni: nonostante le caratteristiche dei singoli prodotti, è davvero difficile imbattersi in un tritatutto più ingombrante di un frullatore. Il primo infatti si serve di un piccolo contenitore cilindrico generalmente basso, mentre il secondo utilizza una caraffa che può arrivare a svariati litri di capienza, e che di solit osi sviluppa in altezza. Questa differenza è spesso dirimente nella fase di scelta tra l’uno e l’altro strumento.
- Le lame: le lame di un tritatutto sono più lunghe, e generalmente poste su uno stesso piano in modo da essere parallele, come quelle di un mixer; quelle di un frullatore, di solito, sono molto più corte e generalmente piegate verso l’alto della caraffa, onde raggiungere una maggior quantità di prodotto.
- Il funzionamento: il tritatutto è pensato per sminuzzare nel minor tempo possibile, ed in particolare alimenti a basso contenuto di acqua (frutta secca, erbe aromatiche, pane, caffè), motivo per cui non serve un contenitore di grandi dimensioni. Il frullatore, invece, svolge un lavoro più complesso: miscela mentre trita, motivo per cui è più adatto alla lavorazione degli alimenti più acquosi.
- La versatilità: tutti i frullatori, o quasi, hanno un’apertura in cima che consente di aggiungere gli ingredienti nel corso della lavorazione; ciò lo rende adeguato a preparazioni quali la mayonese e i cocktail, cose che si possono fare solo con determinate tipologie di tritatutto. Oltre a non avere quasi mai un’apertura del genere, infatti, i tritatutto generalmente non dispongono di contenitori sufficientemente grandi per preparazioni di questo tipo.
Facile intuire che frullatore e tritatutto non sono dunque così simili come avremmo potuto pensare. Ne consegue che saranno indicati rispettivamente per diversi utilizzi. Vediamo dunque quale strumento scegliere in base a quanto intendiamo fare in cucina.
Quale scegliere?
La scelta dipenderà dunque esclusivamente dall’uso che si intende farne.
Innanzitutto, non sono adatti a lavorare gli stessi alimenti: il frullatore non è assolutamente indicato per tritare alimenti secchi come il caffè e il formaggio, e neanche per tentare di omogeneizzare ingredienti fibrosi come carne e pesce.
Il tritatutto, d’altro canto, soffre della forte limitazione di non poter aggiungere ingredienti a filo mentre il macchinario è in funzione: sarà quasi improponibile pensare di realizzarvi cocktail, frappè o salse particolari.
Inoltre, le dimensioni sensibilmente più ridotte (il contenitore di un tritatutto è spesso molto piccolo) non consentono la lavorazione di salse particolarmente liquide. Piuttosto, può essere sfruttato al massimo nelle fasi preliminari delle preparazioni, per sminuzzare ad esempio gli ingredienti di un soffritto…che nel frullatore resterebbero identici a se stessi, a prescindere dalla potenza dell’elettrodomestico.
Vediamo dunque quale scegliere tra i due, in base all’utilizzo che se ne intende fare.
- Cosa si prepara con il frullatore: cocktail, frullati, frappè, creme, vellutate, pappe per bambini, passati di verdure cotte, dessert, gelato, salse, hummus di ceci, crema di nocciole, mayonese, smoothies di frutta, gazpacho.
- Cosa si lavora con il tritatutto: pesti di verdure crude, tartare di carne e pesce, crepes, formaggio stagionato, caffè, pane e biscotti, noci, mandorle ed altra frutta secca, cipolle, pangrattato aromatizzato, ripieni a base di carne.
A ognuno il suo!
La prima cosa da definire, nel momento in cui dobbiamo scegliere tra frullatore e tritatutto, è lo spazio che abbiamo a disposizione in cucina: il tritatutto, come già detto, è decisamente un apparecchio più piccolo.
Definito anche il budget a disposizione, che non presenta grosse peculiarità nell’uno o nell’altro caso, l’unico criterio che può aiutarci a scegliere è proprio nell’uso che intendiamo farne.
La scelta, in questo caso, sarà dettata unicamente dalle nostre esigenze in cucina. Ricadrà dunque sull’uno o sull’altro in base a quello che prepariamo più spesso, e alla quantità e alla tipologia di accessori a disposizione.