Vi è capitato di trovare in qualche cassetto degli oggetti preziosi o un gioiello e non sapete di che materiale sono?
L’oro, per quanto soggetto alle fluttuazioni del mercato, è un metallo prezioso che ha un valore commerciale molto alto.
Perciò essere certi di avere per le mani un oggetto in oro potrebbe essere un’ottima notizia, sia nel caso in cui vogliate venderlo sia nel caso in cui vogliate mantenerlo nel cassetto.
Vedremo qui come riconoscere l’oro con dei metodi che possiamo provare in casa, prima di andare da un professionista per una stima precisa del valore del prezioso rinvenuto.
Innanzitutto, però, è bene sapere alcune cose: l’oro non è tutto uguale.
Esistono diversi tipi di oro, definiti in base alla purezza.
L’oro 24 carati è un oro puro e molto tenero, in cui la percentuale di oro sfiora il 100%. L’oro più usato in gioielleria è il cosiddetto oro 18K, che contiene il 75% di oro ed è molto più adatto alla lavorazione. Se state testando un gioiello è assai probabile che avrete a che fare con questo tipo di lega.
Ogni tipo di oro, giallo, bianco o rosa che sia, ha una corrispondente punzonatura, ovvero un marchio che ne identifica il materiale.
Vediamo dunque come orientarci, con o senza l’aiuto di marchi ed indicazioni evidenti.
1. L’esame visivo
L’esame visivo è il primo da tentare: spesso è sufficiente a saggiare la qualità del gioiello che abbiamo in mano.
La prima cosa da fare è servirsi di una lente d’ingrandimento e cercare con attenzione, sulla superficie del metallo, dei segni o marchi che ne identifichino il materiale. Se il gioiello si presenta senza timbro, è probabile che sia molto molto usurato oppure semplicemente costruito in altri materiali.
Ogni tipo di oro ha un simbolo ed una marcatura corrispondenti. Quali punzonature indicano che abbiamo a che fare con dell’oro?
- 999: oro 24k, o 24 carati, ovvero pressoché puro;
- 917: oro 22k, puro al 90%, poco usato in gioielleria ma spesso individuato in monete antiche (è l’oro delle sterline da collezione);
- 750: oro 18k, quello più usato e diffuso in gioielleria;
- 585: oro 14k;
- 333: oro 9k, riconoscibile anche dal colore leggermente più scuro, bronzato.
Se trovate queste diciture, all’interno di un punzone a forma di losanga, allora il vostro oggetto è d’oro, oppure è un falso contraffatto. Tali punzoni sono gli stessi per l’oro giallo e l’oro bianco, più difficile da riconoscere ad occhio nudo.
Può capitare, purtroppo, che alcuni oggetti ed in particolare i gioielli vengano contraffatti così bene da riportare una punzonatura ed una sigla identiche a quelle vere, motivo per cui l’esame visivo non può garantirci al 100% che il risultato ottenuto dall’analisi sia corretto.
È altrettanto possibile che una punzonatura originale, in un oggetto particolarmente antico, sia illeggibile o scomparsa per via dell’usura.
Inoltre, è importante non confondere i punzoni a losanga dell’oro con quelli, ellittici e senza angoli, che vengono stampati sull’argento. Se dovessimo avere un oggetto dorato con un marchio 900 o 825, allora abbiamo a che fare con un oggetto in argento placcato in oro.
La placcatura è stata una pratica assai diffusa in arte orafa, motivo per cui è sempre buona abitudine graffiare l’oggetto in un punto non troppo visibile, per assicurarsi che il materiale sottostante l’oro non sia di diverso colore.
Al netto della possibilità di avere per le mani un oggetto contraffatto, l’esame visivo è un buon metodo per riconoscere l’oro.
2. La prova del magnete
Una prova tra quelle che potrete fare in casa per riconoscere l’oro vero da quello falso, ma che non vi garantirà la certezza del responso, è quella del magnete.
Innanzitutto avrete bisogno di un magnete piuttosto potente, che potrete acquistare in ferramenta oppure nei negozi di bricolage. Potreste averne uno adatto però anche in casa, per esempio in qualche chiusura a calamita o nel vecchio hard disk del computer.
Come è possibile che un magnete possa aiutarci a capire se un oggetto d’oro? Ebbene, l’oro è un materiale con caratteristiche assai peculiari, tra le quali il diamagnetismo. Che significa? A differenza di molti altri metalli, l’oro non reagisce ai campi magnetici.
Perciò, se avvicinando l’oggetto in questione ad un magnete abbastanza potente notate che questo viene attirato o respinto dalla calamita, potete stare certi che non si tratta di un oggetto d’oro.
Ovviamente, la contraffazione tiene conto di queste ed altre proprietà, perciò può capitare di testare un oggetto falso e sbagliarne la valutazione: sempre più spesso, infatti, si ha notizia di oggetti contraffatti ricoperti di altri materiali diamagnetici, che quindi annullano l’efficacia di tale metodo.
3. La prova di Archimede
Tra i metodi più antichi e cervellotici per riconoscere un oggetto in oro, la cosiddetta prova della densità, o di Archimede. L’identificazione dell’oro avviene qui in base ad alcuni calcoli che ne definiscono la densità: l’oro, infatti, è uno dei metalli più densi in assoluto tra quelli disponibili per le attività quotidiane. Se avete per le mani un gioiello senza timbro, questo metodo potrebbe darvi un’idea più precisa della sua natura.
Come è ovvio, la prova della densità perde di efficacia nel caso in cui l’oggetto da valutare presenti pietre preziose, inserti in altri metalli oppure cavità. La prova della densità è piuttosto affidabile solo ed esclusivamente per oggetti fatti solo d’oro massiccio.
Come riconoscere l’oro con la prova di Archimede? Innanzitutto vi serviranno:
- una bilancia di precisione;
- una provetta graduata;
- un pennarello;
- una calcolatrice.
Riempite la provetta con dell’acqua, e segnatene il livello sulla provetta con il pennarello. Immergete dunque l’oggetto nell’acqua e segnate la nuova posizione del liquido all’interno del contenitore.
Aiutandovi con la scala graduata, segnate la differenza di volume dell’acqua in millimetri.
La formula per eseguire il calcolo sulla densità dell’oggetto è la seguente:
ρ (densità) = m (massa)/ V (volume).
Avendo a disposizione il peso esatto dell’oggetto ed il volume, che corrisponde alla differenza in millimetri che avrete segnato prima, potrete facilmente calcolare la densità del prezioso.
Se l’oggetto è fatto d’oro massiccio, avrete un risultato molto vicino a 19, ovverosia 19 grammi per centimetro cubo.
Ovviamente, l’oro puro e l’oro in lega hanno densità differenti: se l’oro 24k dovrebbe dare un risultato intorno a 19, la cifra scende man mano che diminuisce la purezza dell’oggetto. Un oggetto in oro 18k avrà una densità di circa 15 g/ml, mentre uno 14k si attesterà attorno ai 13 g/ml. L’oro bianco, poi, può presentare una forbice più ampia, in base al tipo di lega di cui è composto.
4. La prova del piatto
Come si riconosce l’oro senza fare calcoli o osservazioni a lente d’ingrandimento? Ebbene, esistono dei metodi che ci consentono di riconoscerlo usando degli oggetti che certamente abbiamo in casa.
Tali metodi non possono garantire la certezza del risultato, ma sono certamente utili per farsi un’idea sul tipo di prezioso che abbiamo per le mani e capire qualcosa in più, prima di rivolgersi ai professionisti del campo.
Prendete un piatto in ceramica, facendo attenzione che non sia smaltato o decorato. Si può usare, allo stesso scopo, una piastrella o qualunque altro oggetto piano che sia fatto in ceramica non smaltata.
Strofinate l’oggetto sulla ceramica: se lascia una traccia che non sia del colore dell’oro, allora sarà certamente fatto di altri materiali, o contraffatto.
Un oggetto d’oro, strofinato sulla ceramica, produrrà inevitabilmente una scia color oro.
Sarà dunque il caso di approfondire la questione presso un banco specializzato, che possa toglierci ogni dubbio in merito al nostro oggetto.
5. Mordete l’oro!
Uno dei metodi più diffusi e singolari che si usa per l’identificazione dell’oro è quello del morso.
Ora, non si tratta ovviamente di un metodo particolarmente consigliato, innanzitutto perché poco affidabile e, in seconda battuta, perché rischia di rovinare il vostro oggetto prezioso.
Come riconocere l’oro mordendolo, dunque?
Se dopo aver morso un oggetto d’oro potete notare i segni dei vostri denti, allora probabilmente l’oggetto è d’oro…o di un materiale tenero tanto quanto l’oro, come il piombo.
In generale, le leghe che sembrano oro sono molto più dure, perciò difficilmente riuscirete a stampare i vostri denti su un oggetto contraffatto.
6. Riconoscere l’oro con l’accendino
Un altro oggetto che avrete quasi certamente in casa è l’accendino. Come riconoscere l’oro con l’accendino?
Semplicemente, bruciate l’oggetto con l’accendino, ed osservatelo. Se dopo qualche minuto l’oggetto è annerito, ed il colore non viene via passandoci la mano, allora certamente l’oggetto non è dorato.
L’oro, infatti, è uno dei metalli meno reattivi in assoluto, e non viene minimamente compromesso dal fuoco di un accendino, a differenza di molte leghe che vengono usate in bigiotteria. Il fuoco non attacca l’oro, mentre reagisce con la maggior parte di queste leghe.
Non si tratta ovviamente di un metodo particolarmente affidabile o sicuro. Ma come gli altri descritti può essere utile come test preliminare.
Volete essere sicuri che si tratti di oro?
Abbiamo visto come si riconosce l’oro vero da quello falso con dei metodi casalinghi piuttosto semplici, ma mai sicuri al 100%.
Per avere la certezza che l’oggetto antico ritrovato nel cassetto è d’oro, bsognerà necessariamente riferirsi ad un professionista. L’unico vero test affidabile in campo di metalli preziosi, infatti, è quello dell’acido nitrico, sostanza molto pericolosa che tutti i banchi di compro oro, tanto quanto le gioiellerie, hanno a disposizione.
Si lascia cadere, con le dovute protezioni, una goccia di acido sull’oggetto, e si osserva.
Se il materiale diventa verde o bianco allora si tratta di metalli vili o placcature su altri materiali. Se la goccia resta color oro, almeno è certo che la superficie dell’oggetto sia d’oro. Spesso, gli operatori del settore praticano piccole incisioni per assicurarsi che anche l’interno dell’oggetto sia in oro.