Il riscaldamento a pellet è economico, ecologico, efficiente ed abbisogna di una manutenzione piuttosto semplice.
Ma le stufe a pellet non sono tutte uguali: se una classica è buona per riscaldare al massimo una stanza, oggi è possibile mettere in collegamento alcuni tipi di stufe a pellet al riscaldamento domestico, rendendole sufficienti per tutta la casa.
Vediamo dunque, qualora sia possibile, come collegare la stufa a pellet all’impianto di riscaldamento e ai termosifoni.
Primi passi: quale stufa scegliere e come posizionarla
Una stufa a pellet, generalmente, riesce a scaldare ottimamente la stanza nella quale è installata, ma difficilmente riuscirà a portare tepore nel resto della casa.
Per sfruttare il pellet in maniera più efficiente, si può optare per un determinato tipo di stufa a pellet chiamata termostufa. Quest’ultima si può collegare all’impianto domestico, ovvero in ultimo ai termosifoni.
Come per ogni altra stufa, la termostufa dovrà essere collocata in modo da poter evacuare i fumi all’esterno in totale sicurezza.
Viste le ultime normative che vietano l’utilizzo di canne fumarie a parete, consentendo solo la sussistenza dei condotti prolungati fino al tetto dell’edificio, sarà assai preferibile dunque disporre già di una canna fumaria. In quel caso, va da sè che la stufa a pellet andrà installata nei pressi della canna.
D’altro canto, stiamo parlando di uno strumento che, quando collegato all’impianto di riscaldamento, funziona esattamente come una caldaia – e necessita dunque delle medesime accortezze.
Una termostufa, o idrostufa, anzichè produrre aria calda come una tradizionale stufa a pellet, riscalda l’acqua che poi viaggerà all’interno dei condotti dei termosifoni, riscaldando così tutta la casa.
Nel momento in cui la stufa viene collegata all’impianto idrico casalingo, attraverso dei collettori, l’acqua riscaldata può iniziare a circolare nell’impianto e con ciò a raggiungere i singoli termosifoni.
Vediamo dunque nel dettaglio come collegare la stufa a pellet all’impianto di riscaldamento.
Come calcolare il fabbisogno energetico della casa
Per prima cosa, nel momento in cui decidiamo di far funzionare i termosifoni sfruttando l’energia di una stufa a pellet, dovremmo capire di quanta potenza necessita la nostra casa per essere riscaldata integralmente.
Il modo più semplice per stabilire con esattezza la quantità di energia che la stufa dovrà produrre è in un semplice calcolo che riportiamo di seguito:
- La prima cosa da fare è individuare il coefficiente termico della propria casa: questo è generalmente compreso tra i 30 e i 40 W/mc, ma la cifra finale dipende da fattori ambientali e climatici, come l’esposizione della casa, la collocazione geografica, la qualità degli infissi e dei termosifoni, etc. In generale è consigliabile associare il coefficiente 30 W/mc nei casi di abitazioni di classe energetica avanzata (A, B), mentre sarà preferibile aumentare gradualmente la cifra di Watt per metro cubo andando verso abitazioni dal profilo energetico più vetusto e meno efficiente.
- Bisogna poi moltiplicare i metri cubi della casa per il coefficiente termico risultato dall’indagine sulla classe energetica dell’abitazione da riscaldare.
- Da questa moltiplicazione otterremo un valore espresso in kcal; per individuare i kw, ed avere con ciò un risultato utile alla nostra indagine sul fabbisogno energetico, sarà sufficiente dividere la cifra ottenuta per 862.
Per avere una stima indicativa, un’appartamento di 80 mq, coi soffitti non più alti di tre metri e a cui si applichi un coefficiente termico di 35, ha un fabbisogno energetico di circa 10 kW. Tale cifra tenderà a scendere laddove si tratti di una casa ben esposta al sole, in classe energetica A, o costruita in una regione particolarmente calda e ventilata. Al contrario, si può arrivare ad aver bisogno del doppio della potenza nel caso in cui si tratti di una vecchia casa in montagna che goda di poche ore di sole al giorno.
L’installazione con scambiatore di calore
È dunque possibile collegare una idrostufa all’impianto di riscaldamento e decidere di usarla come unica fonte di calore per la casa, collegandola a tutti i termosifoni ed usandola come una caldaia. È anche possibile, però, integrare l’apporto della stufa a pellet nel funzionamento di un impianto a metano o gpl già presente in casa.
In questo caso sarà necessario mantenere separati i due impianti, quello a pellet e quello a metano o gpl, e procedere all’installazione di un terzo componente essenziale: lo scambiatore, o puffer, che consentirà ai due impianti di scambiare energia termica.
Il puffer, o scambiatore di calore, è un elemento essenziale nel caso in cui optiamo per utilizzare entrambi gli impianti attivi. È bene sapere che si tratta in generale di dispositivi molto sensibili e con ciò spesso con prezzi più alti di quelli della stessa stufa a pellet. Esistono tuttavia molte idrostufe in commercio con scambiatore di calore integrato.
Come funziona? Raccoglie l’acqua calda in un bacino in cui è presente anche una serpentina collegata con l’impianto idrico: l’acqua di casa, passando attraverso la serpentina – che è immersa nell’acqua bollente del puffer – viene riscaldata per contatto e direzionata verso tutti i termosifoni di casa.
Con l’ausilio del puffer, il calore generato dalla termostufa può essere utilizzato anche per scaldare l’acqua sanitaria, aumentando così l’efficienza del sistema di riscaldamento a pellet.
Suggerimenti per una installazione perfetta
Abbiamo visto che prima di procedere con l’installazione vera e propria è necessario seguire qualche passaggio preliminare:
- Definire l’utilizzo della stufa a pellet: se vogliamo metterla in collegamento con l’impianto di riscaldamento domestico dovremo optare per una termostufa, o idrostufa; le altre tipologie non permettono l’integrazione con l’impianto.
- Calcolare il fabbisogno energetico della casa, secondo i calcoli qui proposti.
- Decidere se optare per un’installazione semplice, che riesca a riscaldare i termosifoni della casa, oppure se sfruttare al meglio la potenza della stufa a pellet collegandola con tutto l’impianto idrico ottenendo con ciò anche acqua sanitaria calda; in questo caso, avremo quasi certamente bisogno dell’intervento di un tecnico specializzato, poichè bisognerà installare anche un puffer, o scambiatore di calore.
Partendo dalla nostra idrostufa a pellet, vediamo dunque dove e come installarla: come per ogni altra stufa, anche se intendiamo collegare la stufa a pellet all’impianto di riscaldamento, dovremo posizionarla in una stanza ben areata e assolutamente distante da tende ed oggetti infiammabili. Ovviamente, non è il caso di installarla su un pavimento in legno senza le adeguate protezioni. Se, come suggerito sopra, abbiamo a disposizione una canna fumaria già esistente, sarà dunque sufficiente collegare lo scappamento della stufa a pellet con la canna fumaria, facendo attenzione al punto di attacco delle due, aiutandosi con delle guarnizioni laddove necessario.
Non è affatto consigliabile – invece – l’installazione della termostufa tentando di utilizzare i tubi esistenti dei radiatori, poichè questi sono di diametro molto più piccolo del necessario e non consentono il passaggio della giusta quantità di acqua nell’impianto.
Esistono oggi in commercio molte tipologie di termostufe a pellet, con funzionalità e prezzi differenti, ognuna con determinate specifiche anche in fase di montaggio ed installazione. Per esempio, esistono delle stufe con kit appositi per lo scambio di calore che non abbisognano del puffer, come sono in commercio stufe senza canna fumaria, che vanno collegate con l’esterno stando ben attenti alle normative attuali.
Chi ben comincia…
Abbiamo visto come collegare la stufa a pellet ai termosifoni ed anche all’impianto idraulico per la produzione di acqua sanitaria calda. Installare una stufa in maniera ottimale richiede delle accortezze e un certo grado di attenzione. Per quanto semplici, le stufe a pellet sono comunque oggetti che – oltre al calore – producono gas e fumi da evacuare correttamente e secondo la legge.
È bene inoltre sapere con un certo grado di accuratezza la potenza che vorremo ottenere dalla combustione di pellet per il riscadamento domestico e l’uso che s’intende fare della termostufa. Una volta studiate le circostanze citate, montaggio ed installazione saranno davvero semplici!